domenica 28 novembre 2010

Amalgama dentale: milioni di persone a rischio di esposizione al mercurio

L'International Academy of Oral Medicine and Toxicology ha appena inviato un nuovo rapporto sulla valutazione del rischio legato all’amalgama dentale alla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia degli Stati Uniti responsabile di classificare e approvare i farmaci.

Questo corposo documento di oltre 100 pagine ha lanciato un allarme preciso: il mercurio delle otturazioni dentali supera i livelli standard di sicurezza di 0.3 µg/m3 stabiliti dalla Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) nel 1995 in oltre 67 milioni di americani.

Se si prendesse in considerazione lo standard di protezione più elevata di 0.03 µg/m3 previsto dalla Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti della California nel 2008, inoltre, l’attuale i limiti risulterebbero superati in oltre 122 milioni di americani

Le otturazioni dentali chiamate dai dentisti “amalgama” o “argentate” sono composte, infatti, da mercurio per il 50%. Una statistica di Zogby del 2006 indicava che il 76% degli americani non erano consapevoli che queste otturazioni fossero composte per metà proprio da mercurio.

Contrariamente a quanto stabiliva il regolamento promulgato nel 2009 dalla Food and Drug Administration, cioè che l’esposizione a mercurio dentale non presentasse alcun rischio per la salute il rapporto della IAOMT, redatto dal ricercatore capo G. Mark Richardson, PhD, della società di consulenze SNC-Lavalin e da altri autori, conclude che i vapori di mercurio emessi costantemente da queste otturazioni viene assorbito e distribuito nel corpo in ogni tessuto e organo, incluso il cervello. L’esposizione cronica (a lungo termine) al mercurio elementare può danneggiare i reni, può oltrepassare la barriera ematoencefalica e può avere conseguenze neurotossiche.

Sulla spinta di quattro petizioni contrarie alla “classificazione rischio zero”, la FDA ha fissato delle udienze pubbliche per il 14-15 dicembre per revisionare gli studi scientifici correlati al rischio per la salute causato da queste otturazioni dentali, particolarmente per le donne in gravidanza, per i bambini e per le persone sensibili.

Il rapporto stabilisce che “Numerosi studi hanno dimostrato che i livelli di mercurio nel sangue aumentano nelle persone portatrici di amalgama, comprese le donne in stato di gravidanza.” Il rapporto del dr. Richardson ha indagato come i vapori di mercurio dell’amalgama nella bocca della madre causano un danno al feto attraverso il sangue del cordone ombelicale e attraverso il latte materno nei neonati.

Il rapporto si basa sulla revisione di oltre 100 studi scientifici pubblicati. Tra questi, uno appena pubblicato questo mese sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha confermato che il mercurio è una concausa dell’Alzheimer, una patologia con proporzioni epidemiche che colpisce circa 5.3 milioni di americani.

Il Rapporto della IAOMT conclude che “è essenziale usare il principio di precauzione nell’aggiornamento e nella revisione della bibliografia allo scopo di stabilire livelli di esposizione a protezione della salute pubblica.” L’uso del mercurio dentale è già stato bandito dall’odontoiatria in Danimarca, Norvegia e Svezia.

In Italia l’uso dell’amalgama è vietato da un decreto ministeriale del 2001 nelle donne in gravidanza, nei bambini sotto ai sei anni, nei malati di reni, nei soggetti allergici ai componenti dell’amalgama ed è vietato inserire delle otturazioni in amalgama vicino ad altri intarsi di metallo.

Attualmente l’Unione Europea sta revisionando la propria strategia politica per abbassare le esposizioni di mercurio. Lo scorso giugno è stato reso noto un rapporto sulle politiche dei singoli paesi membri in questa materia, che era stato commissionato alla società di consulenze Bio Intelligence. Tale rapporto concludeva con la proposta di una messa al bando dell’amalgama, anche se con qualche eccezione.

Anche a livello mondiale la comunità internazionale si sta attivando per un divieto globale dell’amalgama nell’ambito dei negoziati promossi dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) per raggiungere un trattato vincolante sul mercurio. Il prossimo incontro ci sarà a Chiba, vicino Tokyo, in Giappone a gennaio.

Francesca Romana Orlando

sabato 20 novembre 2010

L'industria inquina per decenni in Sicilia e ancora oggi non paga

Intervista al dott. Giacinto Franco, ex primario dell'Ospedale di Augusta (SR), che ha osservato sin dall'inizio degli anni '80 un aumento notevole di patologie tumorali, soprattutto al polmone, di malformazioni e di aborti spontanei.
Nell'area di Augusta, Priolo e Melilli (denominata tristemente anche "triangolo della morte") c'è una concentrazione di impianti petrolchimici, industria chimica e dell'energia che hanno riversato nelle acque reflue e nel mare tonnellate di sostanze inquinanti, tra cui metalli pesanti come mercurio e piombo che sono elementi tipicamente responsabili delle malformazioni che si osservano negli esseri umani, ma anche nei pesci.
Una tragedia paragonabile solo a quella di Minamata, avvenuta negli '50 in Giappone, per colpa di un'industria che sversava nel mare mercurio. Nella città nipponica, però, c'è stata una grande presa di responsabilità da parte delle istituzioni e una forte sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Oggi il Giappone è in prima linea nella promozione di un trattato vincolante che riduca notevolmente le emissioni di mercurio nell'ambiente a cui sta lavorando il programma Ambientale delle Nazioni Unite. Il prossimo incontro dell'UNEP per dibattere sul mercurio si terrà proprio vicino a Tokyo alla fine di gennaio.
L'Italia ha molta strada da fare, soprattutto se si considera lo stretto legame tra politica e industria.
Su Wikipedia si legge che "L’Ufficio di Medicina del Lavoro di Messina ha riscontrato nelle urine dei lavoratori della ditta Coemi, società controllata dalla Fincoe S.r.l., di proprietà della famiglia Prestigiacomo, addetti all’impianto cloro-soda, concentrazioni di mercurio molto al di sopra del limite massimo consentito."
Erede di quella famiglia Prestigiacomo è l'attuale ministro dell'Ambiente. Come se quella zona non avesse già abbastanza problemi, la Prestigiacomo si è battuta per la realizzazione, proprio ad Augusta, di un termovalorizzatore e di un rigassificatore a Melilli, progetto poi bloccato dalla Regione Sicilia.
Nel caso Augusta, Priolo e Melilli l’Accordo di Programma Quadro, del giugno 2004 tra i Ministeri dell’Ambiente, dell’Economia e la Regione Siciliana prevedeva un costo complessivo dell’intervento di bonifica pari a 774 milioni di euro di cui 219,7 a carico delle industrie, ma oggi, a detta degli attivisti siracusani di AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia, la ministra starebbe predisponendo un decreto sugli “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati.


Fonti: