venerdì 31 dicembre 2010

Se la mamma usa il cellulare, ci sono rischi per i nascituri? Uno studio danese ipotizza di si.

Uno studio danese pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health è giunto alla conclusione che le donne in gravidanza che utilizzano regolarmente i telefoni cellulari presentano un maggiore rischio di partorire bambini con problemi comportamentali.

I ricercatori avevano già studiato un primo gruppo di 13.000 madri e di loro bambini tratti dal Danish National Birth Cohort (DNBC) e successivamente sono state arrualte circa 100.000 donne che erano incinte tra il 1996 e il 2002, con l'intento di monitorare a lungo termine la salute dei loro bambini.

Alle mamme sono state chieste informazioni dettagliate sul loro stile di vita, sulla dieta e su vari fattori ambientali nel corso di quattro lunghe interviste telefoniche durante e dopo la gravidanza.

Quando i loro figli hanno raggiunto l'età di 7 anni, le mamme sono state sentite di nuovo per valutare la salute dei bambini e anche il loro comportamento sulla base di parametri convalidati. Sono stati raccolti dati anche sull'uso del telefono cellulare durante la gravidanza e da parte dei loro bambini.

In entrambi i gruppi, è stato valutato una percentuale di circa il 3% di bambini con problemi comportamentali e percentuali simili sono stati classificati con manifestazioni di comportamento anomalo.

Quelli esposti a telefoni cellulari prima della nascita avevano una probabilità maggiore del 40% di presentare problemi comportamentali, mentre quelli senza esposizione prenatale, ma con uso dei cellulari all'età di 7 anni mostravano il 20% in più di anomali comportamenti.

Gli autori dello studio sostengono che i nuovi risultati riducono la probabilità che i dati siano effetto di un risultato casuale. Lo studio ha evidenziato la necessità di ulteriori ricerche, suggerendo anche la possibilità che l'azione del campo elettromagnetico del cellulare agisca sul feto non tanto per l'effetto termico, che è stato considerato minimo per il tipo di situazione, ma per altri meccanismi non - termici che devono essere indagati.

Fonte: ScienceDaily, 7 Dicembre 2010

16 Città francesi scelgono di abbassare il limite di esposizione a 0,6 volt/metro

Nel maggio 2009 in Francia è stato istituito il comitato denominato "COMOP" che doveva sovrintendere la riduzione sperimentale dei campi elettromagnetici dei ripetitori dei cellulari. L'obiettivo era di rendere i sistemi di telefonia mobile compatibili con la tutela della salute umana. Esiste, infatti, un consenso crescente a livello internazionale riguardo il fatto che gli attuali limiti di legge non sono sufficienti a proteggere la salute.

Questo è avvenuto in particolare grazie al lavoro del gruppo di scienziati indipendenti che hanno pubblicato il rapporto BioInitiative, in cui si raccomanda come misura preliminare la drastica riduzione del livello di radiazioni artificiali di microonde a 0,6 V/m, vale a dire. 0,1 μW/cm².

Organizzazioni in tutto il mondo chiedono da tempo che si applichi un limite massimo di 0,1 V/m ovvero 0,003 μW/cm ² per tutte le fonti di emissione combinate.

Attualmente il limite legale in Francia per l'UMTS/3G è di 61V/m, pari a 1.000 μW/cm² (cioé le raccomandazioni dell'OMS e dell'ICNIRP), come specificato nel decreto 2.002-775 firmato da Lionel Jospin, Primo Ministro nel 2002.

Questo limite si basa per un periodo di esposizione di 6 minuti per ogni telefonata. Non vi è alcun limite specifico per un periodo più lungo e questo consente di esporre la popolazione a questo livello di radiazione di giorno e di notte.

L'associazione francese Next-up ha denunciato che l'allora primo ministro Lionel Jospin aveva firmato il decreto sui campi elettromagnetici facendosi consigliare da Jean-Noël Tronc, il quae poco più tardi nello stesso anno fu assunta da France Telecom quale direttrice della strategia, fu poi presidente del consiglio di amministrazione di Orange in Réunion, poi direttore generale di Orange France.

Nel dicembre 2009 sono state scelte 16 città in Francia per una riduzione sperimentale del livello di esposizione massima ai campi elettromagnetici fino a 0,6 V/m.

Durante una tavola rotonda con il governo, il gruppo di attivisti Robin des toits (Robin Hood dei tetti) ha suggerito di testare il limite inferiore a 0,6 V/m in diverse città. Sono stati scelti 238 città, paesi e consigli rurali che parteciperanno volontariamente all'esperimento. Questo numero indica una crescente consapevolezza tra i consigli locali dei problemi di salute causati dal proliferare di ripetitori nei centri abitati.

I sindaci francesi hanno inviato un forte messaggio al Governo per denunciare non solo la confusione della legge in vigore, ma anche le preoccupazioni crescenti dei cittadini per questo nuovo tipo di inquinamento a distanza ravvicinata.

Il Ministero dell'Ecologia ha pubblicato l'elenco delle città scelte dalla commissione (COMOP): http://www.next-up.org/pdf/COMOP_experimentation_06Vm_liste_communes_communautes_candidates.pdf

sabato 4 dicembre 2010

Controverso rapporto dell'OMS sul mercurio dentale

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha appena pubblicato il rapporto dal titolo Future Use of Materials for Dental Restoration cioé Futuro Uso dei Materiali per Otturazioni Dentali secondo il quale “l'amalgama dentale rimane il materiale per otturazioni dentali da scegliere, in assenza di un'alternativa ideale e della prova di alternative migliori".

Si ricordi che l''amalgama dentale contiene un 50% di mercurio che è usato come legante per tenere insieme una polvere di altri metalli tra cui rame, zinco e stagno ed è oggetto da decenni di un'aspra controversia per la sua potenziale tossicità per la salute e per l'inquinamento ambientale che comporta.

Il rapporto Futuro Uso dei Materiali per Otturazioni Dentali rappresenta il resoconto di una riunione del Programma di Salute Orale dell'OMS che si è tenuta lo scorso novembre a Ginevra nella quale si è discusso delle prove scientifiche sui materiali per otturazioni dentali alternativi all'amalgama e delle implicazioni dell'uso di queste alternative. Secondo tale rapporto l'incontro si sarebbe concluso con la valutazione che la completa messa al bando dell'amalgama sarebbe "irrealistica, impraticabile e irragiungibile".

Tali conclusioni sono già apparse in due siti pro-amalgama (http://www.ada.org/news/5082.aspx e http://www.adavb.net/#zomaUQ6HCSLv) ed è scoppiata una grossa polemica internazionale che sta animando avvocati e associazioni di tutto il mondo.

All'incontro di Ginevra hanno partecipato, infatti, anche rappresentati delle associazioni del Gruppo Zero Mercury (di cui fa parte anche A.M.I.C.A.) che si stanno battendo da anni per la diminuzione e abolizione dell'uso del mercurio in tutti i settori, ma particolarmente in quello sanitario e alcuni rappresentanti di queste associazioni lamentano il fatto che le conclusioni riportate nel rapporto non rispondono a quanto effettivamente accaduto in quella riunione.

I coordinatori del Gruppo Zero Mercury - Michael Bender, Direttore del Mercury Policy Project ed Elena Lymberidi-Settimo dello European Environmental Bureau - hanno scritto, infatti, una lettera all'OMS proprio per ribadire che le conclusioni presentate da questo rapporto non rappresentano la pluralità delle posizioni emerse in quell'incontro.

In particolare scrivono: "Sebbene sul rapporto è scritto che 'l'OMS ha preso tutte le possibili precauzioni per verificare le informazioni presenti nella pubblicazione', la precauzione più semplice, cioé quella di far circolare la bozza del rapporto a coloro che avevano partecipato all'incontro, non è stato fatto. Mettiamo in discussione, perciò, l'intera validità di questo rapporto poiché lo consideriamo fuorviante nel modo in cui è stato presentato e per i suoi contenuti in quanto mancano molti punti dalla descrizione e dalle discussioni, compresi fatti che potrebbero interessare il lettore riguardo quello che sta avvenendo in altre regioni. Riteniamo, dunque, l'OMS direttamente responsabile e giudicabile per aver favorito un resoconto informativo della riunione premeditatamente e chiaramente fuorviante".

Il rapporto sarebbe fuorviante a partire dalla citazione di un "consenso sull'amalgama dentale" sulla totale sicurezza di questo materiale per la salute. In realtà, si fa riferimento al rapporto del 1997 WHO report Dental Amalgam and Alternative Direct Restorative Materials che non era un documento di politica dell'OMS, ma si trattava di uno dei tanti documenti promossi dall'OMS e affidati ad esperti esterni, le cui conclusioni hanno solo il valore di consulenza ai dirigenti dell'OMS che poi dovrebbero elaborare delle poliche e linee guida.Nella lettera i due rappresentanti di Zero Mercury sostengono anche che nella riunione di Ginevra erano state presentate diverse proposte per una riduzione dell'uso del mercurio odontoiatrico. "Anche se non è stato preso alcun voto, l'incontro si è concluso senza alcuna obiezione al fatto che sia necessaria una riduzione dell'uso dell'amalgama".

Il rapporto WHO report Dental Amalgam and Alternative Direct Restorative Materials esplicava chiaramente che "I punto di vista espressi in questo documento dagli autori sono di responsabilità soltanto degli stessi autori". Questo significa che non si tratta assolutamente di posizioni assunte dall'OMS. Va osservato, tuttavia, che questo rapporto è continuamente citato dagli avvocati nei tribunali e dalle agenzie pubbliche per negare la tossicità dell'amalgama. I due attivisti di Zero Mercury osservano, peraltro, che questo rapporto non sarebbe stato neppure citato alla riunione dell'OMS dello scorso novembre.

Nella loro lettera all'OMS elencano punti di vista emersi alla riunione che, però, non sono stati riportati:


  • L'uso continuo e conseguente rilascio di mercurio dalle amalgame dentali rappresenta una fonte primaria di inquinamento. Mr. Bakken dell'UNEP; Dr. Narvaez dell'UNEP.
  • L'inquinamento derivante dal mercurio dentale non si limita alle perdite che provengono dagli studi odontoiatrici, perché la maggior parte di quel mercurio è impiantato nelle otturazioni ed entra successivamente nell'ambiente in modi diversi, come per esempio la cremazione (Professor Hylander).
  • L'amalgama, i cui vapori sono pericolosi soprattutto per gli operatori del settore odontoiatrico rappresentano un tema primario di sicurezza occupazionale (Professor Phantumvanit; Dr. Meyer).
  • L'amalgama da sola distrugge il materiale dentale buono, mentre i compositi e la tecnica “ART” “conservano la struttura del dente.” (Dr. McConnell, Dr. Dahl).
  • L'amalgama comporta costi esternalizzati per i governi e la società intera dovuta all'inquinamento da mercurio che crea e ai costa che comporta in termini di salute ambientale (Mr. Maxson, Dr. Van den Heuvel).
  • Il mondo sta lavorando ad un trattato vincolante per il mercurio e bisogna puntare a limitare tutti i tipi d'uso di mercurio (Dr. Narvaez, Mr. Bakken).
  • L'OMS elenca il mercurio nelle 10 sostanze chimiche di maggiore preoccupazione a livello globale (Dr. Vickers dell'OMS).
  • Un'odontoiatria priva di amalgama o virtualmente priva di amalgama è prevalente dalla Norvegia, all'Indonesia e al Giappone. Sono state prodotte le prove nelle presentazioni che l'odontoiatria priva di mercurio sta aumentando nei paesi in via di sviluppo.

Alcuni partecipanti all'incontro di Ginevra provenienti da paesi in via di sviluppo hanno espresso supporto per un divieto dell'amalgama e si chiedevano cosa trattiene i paesi ricchi dal farlo (Professor Phantumvanit; Dr. Sudeshni).


Tra le proposte riferite ci sono:

  • Fine dell'uso dell'amalgama come routine e continuare ad usarla solo per casi insoliti (Dr. Van den Heuvel).
  • I fornitori dei servizi sanitari devono contribuire alla diminuzione dell'uso dell'amalgama (Dr. Petersen).
  • Insegnare ai dentisti i rischi e i benefici dell'amalgama (Mrs. Lymberidi-Settimo).
  • Passare, nei paesi a basso reddito, dall'uso dell'amalgama alla tecnica ART che è sia più economica sia richiede meno esperienza d'uso (Dr. Williams, Dr. Honkala, Dr. Soucy,).
  • L'amalgama non è necessariamente meno cara dei compositi - questi sono più convenienti su alcuni mercati (Mr. Maxson), e quando inizieranno le restrizioni il prezzo del mercurio aumenterà e quindi anche il prezzo dell'amalgama (Mrs. Lymberidi-Settimo).
  • Bandire l'uso per i bambini (Dr. Soucy; Professor Bian Jin You, Mr. Maxson, Mrs.Lymberidi-Settimo).
  • Per una riduzione dell'uso dell'amalgama è necessario stabilire un termine (Dr. Meyer).
All'incontro si è parlato anche delle esperienze di riduzione dell'uso delle otturazioni al mercurio in vari paesi. In Svezia, per esempio, nel 1978-79 si usava l'amalgama nel 74% dei casi e oggi sia la Svezia che la Norvegia hanno messo al bando questo materiale e sono in prima fila per chiedere la completa messa al bando a livello delle Nazioni Unite.

Perché l'OMS consente la pubblicazione di rapporti non revisionati dai partecipanti dalle sue riunioni e non si assume la responsabilità di diramare veri e propri documenti di politica sanitaria invece di continuare a pubblicare rapporti di terzi che non hanno alcun valore legale, ma solo consultivo? E questo non riguarda solo l'amalgama, ma anche i campi elettromagnetici, come si legge chiaramente nel libro.

domenica 28 novembre 2010

Amalgama dentale: milioni di persone a rischio di esposizione al mercurio

L'International Academy of Oral Medicine and Toxicology ha appena inviato un nuovo rapporto sulla valutazione del rischio legato all’amalgama dentale alla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia degli Stati Uniti responsabile di classificare e approvare i farmaci.

Questo corposo documento di oltre 100 pagine ha lanciato un allarme preciso: il mercurio delle otturazioni dentali supera i livelli standard di sicurezza di 0.3 µg/m3 stabiliti dalla Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) nel 1995 in oltre 67 milioni di americani.

Se si prendesse in considerazione lo standard di protezione più elevata di 0.03 µg/m3 previsto dalla Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti della California nel 2008, inoltre, l’attuale i limiti risulterebbero superati in oltre 122 milioni di americani

Le otturazioni dentali chiamate dai dentisti “amalgama” o “argentate” sono composte, infatti, da mercurio per il 50%. Una statistica di Zogby del 2006 indicava che il 76% degli americani non erano consapevoli che queste otturazioni fossero composte per metà proprio da mercurio.

Contrariamente a quanto stabiliva il regolamento promulgato nel 2009 dalla Food and Drug Administration, cioè che l’esposizione a mercurio dentale non presentasse alcun rischio per la salute il rapporto della IAOMT, redatto dal ricercatore capo G. Mark Richardson, PhD, della società di consulenze SNC-Lavalin e da altri autori, conclude che i vapori di mercurio emessi costantemente da queste otturazioni viene assorbito e distribuito nel corpo in ogni tessuto e organo, incluso il cervello. L’esposizione cronica (a lungo termine) al mercurio elementare può danneggiare i reni, può oltrepassare la barriera ematoencefalica e può avere conseguenze neurotossiche.

Sulla spinta di quattro petizioni contrarie alla “classificazione rischio zero”, la FDA ha fissato delle udienze pubbliche per il 14-15 dicembre per revisionare gli studi scientifici correlati al rischio per la salute causato da queste otturazioni dentali, particolarmente per le donne in gravidanza, per i bambini e per le persone sensibili.

Il rapporto stabilisce che “Numerosi studi hanno dimostrato che i livelli di mercurio nel sangue aumentano nelle persone portatrici di amalgama, comprese le donne in stato di gravidanza.” Il rapporto del dr. Richardson ha indagato come i vapori di mercurio dell’amalgama nella bocca della madre causano un danno al feto attraverso il sangue del cordone ombelicale e attraverso il latte materno nei neonati.

Il rapporto si basa sulla revisione di oltre 100 studi scientifici pubblicati. Tra questi, uno appena pubblicato questo mese sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha confermato che il mercurio è una concausa dell’Alzheimer, una patologia con proporzioni epidemiche che colpisce circa 5.3 milioni di americani.

Il Rapporto della IAOMT conclude che “è essenziale usare il principio di precauzione nell’aggiornamento e nella revisione della bibliografia allo scopo di stabilire livelli di esposizione a protezione della salute pubblica.” L’uso del mercurio dentale è già stato bandito dall’odontoiatria in Danimarca, Norvegia e Svezia.

In Italia l’uso dell’amalgama è vietato da un decreto ministeriale del 2001 nelle donne in gravidanza, nei bambini sotto ai sei anni, nei malati di reni, nei soggetti allergici ai componenti dell’amalgama ed è vietato inserire delle otturazioni in amalgama vicino ad altri intarsi di metallo.

Attualmente l’Unione Europea sta revisionando la propria strategia politica per abbassare le esposizioni di mercurio. Lo scorso giugno è stato reso noto un rapporto sulle politiche dei singoli paesi membri in questa materia, che era stato commissionato alla società di consulenze Bio Intelligence. Tale rapporto concludeva con la proposta di una messa al bando dell’amalgama, anche se con qualche eccezione.

Anche a livello mondiale la comunità internazionale si sta attivando per un divieto globale dell’amalgama nell’ambito dei negoziati promossi dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) per raggiungere un trattato vincolante sul mercurio. Il prossimo incontro ci sarà a Chiba, vicino Tokyo, in Giappone a gennaio.

Francesca Romana Orlando

sabato 20 novembre 2010

L'industria inquina per decenni in Sicilia e ancora oggi non paga

Intervista al dott. Giacinto Franco, ex primario dell'Ospedale di Augusta (SR), che ha osservato sin dall'inizio degli anni '80 un aumento notevole di patologie tumorali, soprattutto al polmone, di malformazioni e di aborti spontanei.
Nell'area di Augusta, Priolo e Melilli (denominata tristemente anche "triangolo della morte") c'è una concentrazione di impianti petrolchimici, industria chimica e dell'energia che hanno riversato nelle acque reflue e nel mare tonnellate di sostanze inquinanti, tra cui metalli pesanti come mercurio e piombo che sono elementi tipicamente responsabili delle malformazioni che si osservano negli esseri umani, ma anche nei pesci.
Una tragedia paragonabile solo a quella di Minamata, avvenuta negli '50 in Giappone, per colpa di un'industria che sversava nel mare mercurio. Nella città nipponica, però, c'è stata una grande presa di responsabilità da parte delle istituzioni e una forte sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Oggi il Giappone è in prima linea nella promozione di un trattato vincolante che riduca notevolmente le emissioni di mercurio nell'ambiente a cui sta lavorando il programma Ambientale delle Nazioni Unite. Il prossimo incontro dell'UNEP per dibattere sul mercurio si terrà proprio vicino a Tokyo alla fine di gennaio.
L'Italia ha molta strada da fare, soprattutto se si considera lo stretto legame tra politica e industria.
Su Wikipedia si legge che "L’Ufficio di Medicina del Lavoro di Messina ha riscontrato nelle urine dei lavoratori della ditta Coemi, società controllata dalla Fincoe S.r.l., di proprietà della famiglia Prestigiacomo, addetti all’impianto cloro-soda, concentrazioni di mercurio molto al di sopra del limite massimo consentito."
Erede di quella famiglia Prestigiacomo è l'attuale ministro dell'Ambiente. Come se quella zona non avesse già abbastanza problemi, la Prestigiacomo si è battuta per la realizzazione, proprio ad Augusta, di un termovalorizzatore e di un rigassificatore a Melilli, progetto poi bloccato dalla Regione Sicilia.
Nel caso Augusta, Priolo e Melilli l’Accordo di Programma Quadro, del giugno 2004 tra i Ministeri dell’Ambiente, dell’Economia e la Regione Siciliana prevedeva un costo complessivo dell’intervento di bonifica pari a 774 milioni di euro di cui 219,7 a carico delle industrie, ma oggi, a detta degli attivisti siracusani di AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia, la ministra starebbe predisponendo un decreto sugli “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati.


Fonti:


giovedì 28 ottobre 2010

Rischi per la salute legati ai ripetitori

I ricercatori svedesi Vini G. Khurana, Lennart Hardell, Joris Everaret, Alicja Bortkiewicz, Michael Carlberg e Mikko Ahonen hanno analizzato la crescente esposizione della popolazione alle microonde e alle radiazioni da radiofrequenza emessa dalle tecnologia di comunicazione wireless, compresi telefoni cellulari e relative stazioni di ripetizione per indagare i possibili effetti nocivi sulla salute.

Hanno analizzato tutti gli studi scientifici pubblicati su questo argomento, tramite il motore di ricerca PubMed, identificando così un totale di 10 studi epidemiologici sugli effetti dei ripetitori sulla salute. Sette di queste pubblicazioni esplorano la correlazione tra la vicinanza alle stazioni base dei ripetitori e gli effetti neuro-comportamentali, mentre altre tre pubblicazioni indagavano sugli effetti relativi al cancro.

Il gurppo di ricerca ha così scoperto che otto dei 10 studi riportano un aumento della prevalenza di aumento di sintomi neuro-comportamentali o di tumore in chi vive a meno di 500 metri dai ripetitori.

Nessuno degli studi aveva riscontrato livelli di campi elettromagnetici superiori a quelli considerati sicuri dagli standard internazionali, suggerendo così che questi standard possano essere insufficienti a tutelare la salute dei cittadini e che sia necessario abbassare i limiti di esposizione.

I ricercatori, che hanno pubblicato l'esito del loro studio sull'International Journal of Occupational and Enviromental Health (Vol 16, No 3, 2010), sono convinti che siano necessari studi epidemiologici che valutino gli effetti a lungo termine dell'esposizione a ripetitori dei cellulari, per poter avere un'urgente e più definita comprensione sul loro impatto sulla salute.

domenica 24 ottobre 2010

Vaccinazione anti-influenzale: necessaria per le associazioni mediche, ma su che basi?

Di recente diverse organizzazioni mediche statunitensi hanno proposto una vaccinazione obbligatoria contro l'influenza per i lavoratori del settore sanitario. Tra queste la National Patient Safety Foundation, la Infectious Diseases Society of America, la Society of Healthcare Epidemiologists e anche l'Accademia Americana dei Pediatri, che rappresenta oltre 60 mila specialisti del settore.

Nel gennaio 2010 un sondaggio del Centro per il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti aveva osservato che il 37% dei lavoratori del settore sanitario si erano vaccinati contro l'influenza suina (ceppo A) e il 35% aveva fatto sia la vaccinazione per questa che per l'influenza stagionale (ceppo B). Secondo diversi esperti queste percentuali sarebbero troppo basse ed esporrebbero gli stessi pazienti a rischio del contagio con questi virus.

A dispetto dei continui allarmi sui rischi di mortalità per influenza e dei costi sociali legati ai ricoveri ospedalieri, non esistono basi scientifiche certe per sostenere che la vaccinazione abbia un'efficacia rispetto al problema del contagio. Una ricerca condotta da scienziati dell'Università di Calgary in Canada e della Fondazione The Cochrane Collaboration su personale sanitario addetto all'assistenza di anziani, ha evidenziato, che "non esistono prove che la vaccinazione anti-influenzale del personale sanitario prevenga l'influenza (diagnosticata in laboratorio), la polmonite e la morte da polmonite negli anziani residenti in una struttura di lungo degenza.

Lo stesso studio, che è stato pubblicato nel giugno 2010, ha anche suggerito che altri interventi come lavarsi le mani, indossare maschere o una diagnosi precoce con strisci nasali o uso di anti-virali, nonché la quarantena, le restrizioni alle visite e richiedere ai lavoratori con sintomi simili all'influenza di non recarsi al lavoro potrebbero proteggere gli anziani pazienti, anche se sono necessari studi di lungo termine e randomizzati.

Se non ci sono certezze in merito alla reale necessità della vaccinazione per il personale sanitario e se esistono forse azioni di prevenzione del contagio di questo tipo "a costo zero", perché le associazioni mediche insistono con la necessità della vaccinazione?

La ricerca - di cui poi si sente eco nella divulgazione sui mass media - è nelle mani dell'industria farmacautica che ovviamente non ha interesse a studiare e sviluppare strategie alternative alla vaccinazione. Serve una ricerca indipendente, condotta da istituti pubblici senza conflitti di interessi.

Fonti

martedì 20 luglio 2010

Chi possiede i broccoli e i pomodori?

Oggi 20 luglio 2010 la coalizione “No-patents-on-seeds” (Nessun Brevetto sui Semi) ha organizzato una protesta davanti all'Ufficio Brevetti Europeo di Monaco contro i brevetti sui semi, sulle piante, sugli animali e sul cibo.

La manifestazione avviene in coincidenza con la prima udienza su una decisione fondamentale sul tipo di brevetti rilasciabili in Europa. L'Ufficio Brevetti, infatti, dovrà decidere se le risorse naturali potranno ancora essere considerate "invenzioni" o meno, come già avviene per alcune licenze già rilasciate per broccoli e pomodori.

I dimostratori oggi stracceranno davanti all'ufficio europeo alcune licenze. 
Già sono state richieste a questo ufficio oltre 1000 su semi e alimenti, ma si è piuttosto scettici sulla possibilità che questi brevetti vengano revocati.
Fonte: http://www.no-patents-on-seeds.org/

lunedì 19 luglio 2010

In ricordo di Paolo Borsellino

In ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta nella ricorrenza della strage di Via D'Amelio del 19 luglio 1992.

Il Cerchio Perfetto: un libro sulla difesa della salute, dell’ambiente e sul futuro che sceglieremo

E' appena uscito in stampa per le Edizioni Associate il libro dal titolo "Il Cerchio Perfetto", che tratta temi di grande attualità accomunati da una stessa dinamica socio-politica: OGM, pesticidi e insetticidi, fragranze chimiche, vaccini e farmaci inutili e pericolosi, inquinamento elettromagnetico da cellulari, Wi-Fi, linee dell'alta tensione, otturazioni dentali al mercurio, inquinamento causato da poli petrolchimici, ecc.

Il Cerchio Perfetto rappresenta, infatti, il legame che unisce l’industria alla politica e all’accademia e che, trovando legittimazione nell’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa, mina le basi stesse della democrazia, consentendo all’industria di mettere a rischio la salute pubblica e la sicurezza ambientale.

Nel libro si trattano casi emblematici a livello internazionale, ma anche italiani.

Solo attraverso la comprensione di queste dinamiche è possibile spiegare fenomeni altrimenti incomprensibili come l’uso del mercurio in odontoiatria o l’approvazione di farmaci o tecnologie non sicure che espongono di fatto la popolazione ad una sperimentazione sul campo non autorizzata da un consenso informato, come è avvenuto per esempio con la recente Pandemia di influenza del 2009.

Le conseguenze di queste politiche sono il cancro, patologie croniche e neurodegenerative, ma anche nuove malattie che rappresentano un monito sul fallimento del modello dell’attuale sviluppo economico.

Le persone affette da Sensibilità Chimica Multipla, infatti, risentono anche delle più piccole tracce di sostanze chimiche nell’ambiente e devono vivere lontano da detersivi, profumi, smog, plastiche, cosmetici, solventi, ecc. In modo analogo gli elettrosensibili sopravvivono solo evitando i campi elettromagnetici del quotidiano, come cellulari, ripetitori, sistemi Wi-Fi e, nei casi più gravi, anche l‘illuminazione elettrica.

Il destino di questi malati è quello di essere considerati dei “dissidenti” che i medici vicini all’industria cercano di marginalizzare con delle vere e proprie campagne di discredito, mentre i medici che si occupano di queste malattie si trovano talvolta a doversi difendere da vere e proprie forme di intimidazione.

A chi è danneggiato dall’inquinamento o da prodotti tossici spesso non resta che rivolgersi alla magistratura, ma di fatto l’esercizio della giustizia risulta svuotato di senso dalla enorme disparità di posizione tra il singolo cittadino e l’industria che può dotarsi di consulenti e avvocati di grido e può sostenere le spese dei ricorsi. E’ la stessa giustizia, però, spesso ad aprire la strada a nuove politiche di sanità pubblica con sentenze storiche, come quella recente sul riconoscimento del danno professionale da uso del cellulare, che anticipano una verità scientifica che i comitati ministeriali stentano a far emergere.

Si cerca di analizzare, infine, quali sono gli aspetti deboli del Cerchio Perfetto al fine di individuarne una sorta di “punto di rottura”, incentrando intorno alla questione della regolamentazione del conflitto di interessi in tutte le sue possibili manifestazioni, così come intorno alla ricerca di nuove forme di partecipazione sociale (investimento critico, gruppi solidali di acquisto, ecc.), la possibilità di una politica democratica capace di difendere innanzitutto la salute pubblica e l’ambiente, piuttosto che solo la crescita economica.

Maggiori informazioni:
"Il Cerchio Perfetto", Edizioni Associate, luglio 2010, ISBN:9788826705286
Si acquista in tutte le librerie o direttamente dall'editore che lo spedisce a casa ai numeri 366 1958359 e 366 1976382.

mercoledì 14 luglio 2010

Perizia sulle Onde di Radio Vaticana: Aumento di Leucemie e Linfomi

Il processo decennale che vede contrapposti i cittadini che hanno avuto lutti in famiglia per leucemie e linfomi e i dirigenti di Radio Vaticana è arrivato ad una svolta decisiva. Risultano sotto inchiesta sei imputati per omicidio colposo tra gli ex vertici della radio: Roberto Tucci, Costantino Pacifici, Gino Bizzarri, Vittorio Emanuele Di Cecco, Emilio Roberto Guarini e Pasquale Borgomeo, ormai deceduto.

Il 13 luglio 2010 Andrea Micheli, perito dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano incaricato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Zaira Secchi, di valutare da un punto scientifico il possibile legame tra le decine di morti per leucemia e le onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana, ha presentato, dopo cinque anni di lavoro, le sue conclusioni.
Sono chiare: "l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana, per importanti tempi di vita dei bambini sino ai 14 anni d'età è associata ad un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi". Si è osservata anche una correlazione significativa delle leucemie negli adulti e, in particolare, il nesso si osserva solo per le antenne della radio della Santa Sede e non per quelle della Marina Militare che nella zona ha delle sue postazioni di Mari Tele.
La notizia è stata appresa con ottimismo dalla cittadinanza di Roma Nord, Cesano, La Storta e dintorni, che da un decennio lotta contro l'elettrosmog emesso dalla radio della Santa Sede. Il direttore della radio, padre Lombardi, ha reagito con stupore e ha annunciato che presto saranno rese note le posizioni di tutt'altro avviso scientifico dei suoi periti di parte: il professor Umberto Veronesi e la dottoressa Susanna Lagorio.
Il noto oncologo è noto per la sua negazione del nesso causale tra campi elettromagnetici e danni alla salute al punto che, infatti, non ha alcun problema a riportare tra i partner della fondazione che porta il suo nome, nella homepage del sito, aziende dell'energia (Enel, Acea), delle telecomunicazioni (Telecom), dell'informatica (Cisco System), del broadcasting (La 7).

Fonti:
Rory Cappelli, Radio Vaticana, verso la battaglia di perizie, La Repubblica.
Una perizia lega Radio Vaticana ai tumori, Il Post.

sabato 3 luglio 2010

Giornalisti, ambientalisti e mondo della cultura insieme a Piazza Navona per difendere la libertà di stampa

Indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, la manifestazione del 1 luglio a Roma contro il disegno di legge sulle intercettazioni ha visto uniti in difesa della libertà dell'informazione associazioni ambientaliste, Cgil, Arci, Articolo 21, Libertà e giustizia, Agende Rosse e Libertà è partecipazione, rappresentati di partiti del centro-sinistra, il "popolo viola" di Facebook, esponenti della cultura e rappresentanti di associazioni che vedono in questo decreto un freno alle loro speranze di giustizia.
Emblematiche le parole del rappresentante dell'associazione vittime dell'amianto del Piemonte: "10 vittime fanno notizia, 2500 come sono quelle dell'amianto nella nostra regione, no" e poi "senza un uso libero delle intercettazioni molti magistrati avranno difficoltà maggiori a portare a termine indagini su gravi questioni ambientali e di sanità pubblica". Intervengono con le stesse preoccupazioni anche le vittime di Ustica, del G8 di Genova, del terremoto dell'Aquila.
Il decreto, infatti, prevede una limitazione sulla durata delle intercettazioni e il divieto di pubblicazione delle trascrizioni prima della conclusione delle indagini, un intervento che di fatto limiterebbe pesantemente la libertà di informazione con la minaccia per i giornalisti del carcere fino a 30 giorni o di una sanzione fino a 10.000 euro.
Durissimo Roberto Saviano che conosce bene le ricadute sulle attività malavitose dell'eventuale approvazione del decreto legge: "Il ddl ci viene proposto come una difesa della privacy, che è certamente sacra. Ma questa legge non vuole difendere la privacy o, come si è detto, le telefonate tra i fidanzatini. Il suo unico scopo è di impedire di conoscere ciò che accade e di difendere, piu' che altro, la privacy del malaffare o, se vogliamo, degli affari della politica".

Diversi altri scrittori hanno firmato una lettera contro il disegno di legge "bavaglio", tra cui Giancarlo De Cataldo, Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Giacomo Papi, Carlo Lucarelli.
Alla manifestazione sono intervenuti per dare il loro sostegno, anche se solo al telefono, Dario Fo ed Ennio Moricone.
Interessante la reazione della piazza all'arrivo di Patrizia D'Addario: fischi e grida di disappunto. Evidentemente prevalgono i valori alti della protesta rispetto al semplice anti-berlusconismo che in qualche modo avrebbe potuto legare la signora ai manifestanti. Simbolo di un certo "stile nel condurre gli affari", la D'Addario non ha trovato posto in una piazza unita per la difesa di principi fondamentali della Costituzione, che vanno oltre la difesa di uno schieramento.

Approfondimenti:
Oggi in piazza contro la legge. Manifestazioni da Roma a Londra, La Repubblica
Post-it, slogan e bandiere contro il bavaglio. Piazza Navona gremita per dire "no" al ddl, La Repubblica

mercoledì 30 giugno 2010

Charlie Brown a Stoccolma: "Una data per la fine dell'amalgama"

Dal 7 all'11 giugno si è tenuto a Stoccolma il primo degli appuntamenti per i negoziati del Programma Mondiale della Nazioni Unite (UNEP) per raggiungere un trattato globale vincolate del mercurio. Si tratta di un'occasione storica per mettere il divieto ad una serie di prodotti e processi industriali che utilizzano questo veleno potentissimo.

Sono intervenute ai negoziati anche molte organizzazioni non governative, tra cui quelle impegnate per la messa al bando dell'amalgama dentale. Subito dopo l'intervento del rappresentate dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è intervenuto Charlie Brown, avvocato di Consumers for Dental Choice, di cui si parla nel libro Il Cerchio Perfetto, perché ha vinto una causa contro la Food and Drug Administration obbligando l'agenzia della sicurezza alimentare statunitense a riclassificare l'amalgama nell'estate del 2009 da "rischio zero" a "rischio medio".

Charlie Brown si è presentato a Stoccolma come Presidente della neo-nata Alleanza Mondiale per l'Odontoiatria senza Mercurio, un’alleanza di molte organizzazioni non governative. L'associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) fa parte di questa alleanza.

Questo è il testo completo del discorso che si può ascoltare in originale sul video di YouTube con sottotitoli in italiano.




Dichiarazione di apertura di Charlie Brown ai negoziati per un trattato globale sul mercurio

Presentato il 7 giugno 2010 durante la prima seduta


Signor Presidente, sono Charlie Brown, Presidente dell’Alleanza Mondiale per l'odontoiatria senza mercurio, un’alleanza di molte organizzazioni non governative. Desidero congratularmi con il nuovo Presidente, ringraziare il governo svedese e il popolo svedese per ospitare questo incontro e ringrazio il Segretariato per il loro duro lavoro.

Chiediamo un divieto globale dell’amalgama come già adottato da molte nazioni.

1 ° - L'amalgama è un materiale inquinante, prodotto nel 19 ° secolo, è stato inventato quando i medici ancora tagliavano le gambe. La medicina ha fatto molti passi in avanti da allora.

2 ° - L’amalgama è il materiale odontoiatrico più costoso, ripeto il più costoso, se si considerano i costi ambientali e i costi della bonifica.

3 ° - L'amalgama è la primaria fonte di esposizione al mercurio per i consumatori, secondo il governo del Canada e altre fonti.

4 - L'amalgama è un enorme fonte inquinante. I dentisti sono i secondi acquirenti di mercurio nei paesi sviluppati e presto potrebbero essere i primi perché non hanno un piano di uscita. C’è più mercurio nelle bocche delle persone negli Stati Uniti e in Europa che in tutti gli altri prodotti messi insieme.

5 – L’amalgama colpisce tutti i settori discussi da questo trattato. Si tratta di un prodotto. Rifiuti – gli studi dentistici sono la primaria fonte di mercurio nelle acque reflue. Aria – la cremazione costituisce una notevole fonte di inquinamento dell’aria nelle società. Miniere – I dentisti sono l’origine del problema.

I dentisti sono profondamente divisi. In Europa e nel Nord America la divisione tra i dentisti che usano il mercurio e quelli non lo usano è di circa 50 contro 50. Lo stesso modo avviene per le società odontoiatriche, senza mercurio e pro-amalgama.

Signor Presidente, il tabacco è stato un errore lungo 500 anni. Lei deciderà se l'amalgama è un errore che continuerà per un terzo secolo. State attenti, delegati delle nazioni a basso reddito. Le vittime della tossicità da mercurio proveniente dall’amalgama erano nel ventesimo secolo i bambini nei paesi sviluppati. Le vittime della tossicità da mercurio proveniente dalle amalgame nel ventesimo secolo saranno i bambini nei paesi in via di sviluppo.

L'Alleanza Mondiale per un’Odontoiatria senza Mercurio saluta Barack Obama, il grandioso Presidente del mio Paese, per il suo eccellente rapporto sul mercurio, e Lisa Jackson, la sua Responsabile dell’Agenzia per la Protezione Ambientale, che, come direttrice ambiental di uno stato, il New Jersey, ha ordinato ai dentisti di iniziare il passaggio verso le alternative. Sarebbe, quindi, logico che gli Stati Uniti guidassero le nazioni verso un divieto dell’amalgama ed esortiamo il Dipartimento di Stato a farlo.

Vogliamo collaborare con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Quello che l’OMS oggi può fare è informare i pazienti che l'amalgama è composta per il 50% da mercurio. Oggi questa è commercializzata in modo ingannevole come 'la amalgama plata´ in spagnolo, 'l'amalgam d'argent' in francese e come ´silver fillings´ in inglese. Questo è ingannevole.

Vogliamo collaborare con l'UNEP e con tutte le nazioni interessate a portare questo mondo in un’era post-amalgama. Grazie signor Presidente. E chiudo con questa affermazione - Non c’è modo possibile di risolvere la questione del mercurio prodotto dall'uomo senza porre una data certa per la fine dell’amalgama.

martedì 29 giugno 2010

Il Sindaco di San Francisco protegge i suoi cittadini dai cellulari


Il Consiglio Comunale di San Francisco ha approvato, con un voto di 10 ad 1, un nuovo regolamento, proposto dal Sindaco Gavin Newsom, che impone ai rivenditori di cellulari di indicare con appositi cartelli le percentuali di assorbimento di ciascun modello (SAR), con multe per i trasgressori che potrebbero arrivare fino a 300 dollari.

La SAR indica la perecentule di radiazione emessa dal cellulare e rappresenta, quindi, un'informazione essenziale per chi desidera proteggere la propria salute scegliendo modelli con la SAR inferiore.

Anche se la Federal Communications Commission degli Stati Uniti ha approvato dei limiti di esposizione che dovrebbero garantire una sicurezza agli utilizzatori di cellulari, alcuni ricercatori sostengono che le emissioni della telefonia mobile possono essere connesse ad un aumento del rischio di cancro, soprattutto al cervello.

Questa regolamentazione sulla vendita di cellulari è la prima di questo genere negli Stati Uniti. Il portavoce del Sindaco ha spiegato che non c'è alcuna intenzione di scoraggiare l'uso del cellulare con questa iniziativa, ma di voler solo dare un segno di trasparenza nei confronti dei consumatori.

La città di San Francisco si era già distinta con altre iniziative volte a proteggere la salute attraverso la tutela dell'ambiente, per esempio con il divieto dell'uso dei sacchetti in plastica per la spesa, con l'obbligatorieta del compostaggio, con la richiesta ai ristoranti di affiggere informazioni nutrizionali sui piatti serviti, ecc.

Fonti
San Francisco set to pass cell phone radiation law, BBC - http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/8744715.stm

San Francisco Mayor Expected to Sign Cell Phone Radiation Law, Environmental Leader - http://www.environmentalleader.com/2010/06/18/san-francisco-mayor-expected-to-sign-cell-phone-radiation-law/

Cell Phone Radiation Law Passed In San Francisco, The Huffington Post - http://www.huffingtonpost.com/2010/06/23/cell-phone-radiation-law-_n_622231.html

Are Cells the New Cigarettes?, The New York Times -http://www.nytimes.com/2010/06/27/opinion/27dowd.html?ref=opinion

Gli europei chiedono all'Unione europea più informazioni sui campi elettromagnetici

Il 24 giugno 2010 la Commissione europea ha pubblicato i risultati della seconda indagine Eurobarometer su campi elettromagnetici. Si tratta della seconda ricerca su questo argomento, la prima rilevazione era stata condotta nel 2006.

Commissionato per rispondere al grande interesse da parte del pubblico e dei media su questo tema, il sondaggio offre una panoramica delle tendenze nella percezione del pubblico sui campi elettromagnetici in Europa.

Il 46% degli europei intervistati si dichiara "molto preoccupato" o "abbastanza preoccupato" per i rischi potenziali per la salute legati ai campi elettromagnetici, con una lieve (2%) riduzione rispetto al sondaggio del 2006.

Il 58% degli europei intervistati ritiene che le autorità pubbliche nazionali non facciano abbastanza per proteggerli dai rischi potenziali per la salute connessi ai campi elettromagnetici.

Il 48% degli intervistati ritiene, inoltre, che l'UE dovrebbe informare il pubblico dei potenziali rischi sanitari, il 39% pensa che l'UE dovrebbe stabilire norme di sicurezza dei prodotti e il 36% pensa che l'UE dovrebbe sviluppare degli orientamenti per la tutela della salute pubblica.

E' interessante osservare che solo il 20% del campione intervistato ha dichiarato di aver ricevuto una corretta informazione sui campi elettromagnetici. Tra questi il 58% è soddisfatto per il livello di informazione ottenuto.
 
I cittadini hanno identificato correttamente le principali fonti di esposizione ai campi elettromagnetici: ripetitori della telefonia mobile e cellulari (entrambi 59%) e linee ad alta tensione (58%).

Ad essere considerati dagli europei una fonte di potenziali rischi per la salute sono soprattutto le linee elettriche (35%) e le antenne della telefonia mobile (33%).

La popolazione è continuamente esposta a campi elettromagnetici e, a causa del rapido incremento dell'uso di telefoni cellulari e di dispositivi di comunicazione personale, di elettrodomoestici, di apparecchiature elettromedicali e di prodotti di elettronica, sta aumentando il numero delle fonti di esposizione quotidiana ai campi elettromagnetici.

Il rapporto completo del sondaggio Eurobarometer sui campi elettromagnetici:

Per ulteriori informazioni sulle azioni dell'UE in merito ai campi elettromagnetici (Raccomandazioni del Consiglio sulle limitazioni delle esposizioni della popolazione generale ai campi elettromagnetici, le Opinioni del Comitato Scientifico, i finanziamenti e il monitoraggio della ricerca del 2006 di Eurobarometer): http://ec.europa.eu/health/electromagnetic_fields/policy/index_en.htm

mercoledì 9 giugno 2010

Decreto Intercettazioni, Due Piccioni con una Fava

Il 10 giugno 2010 passa con la fiducia al Senato il decreto di legge che disciplina le intercettazioni telefoniche e ambientali. Quelle telefoniche non potranno durare più di 75 giorni, prorogabili di tre giorni in tre giorni con provvedimento del pm controfirmato dal giudice in caso di particolare necessità per la formazione della prova.

L'autorizzazione deve essere data da un giudice collegiale e solo per i reati gravissimi, cioé puniti con più di cinque anni di carcere, come mafia e terrorismo, sarà possibile intercettare gli indagati per 40 giorni, prorogabili di venti.

Il problema è che spesso si indaga per un crimine non grave e ci si rende conto che potrebbero configurarsi le prove di reati più gravi, ma serve tempo per dimostrarli. Il magistrato, per fare bene il suo lavoro, deve potersi "piegare" ai tempi della malavita, deve poterla inseguire senza assurde scadenze.

Sotto la falsa morale del diritto alla privacy, il governo attuale, piegando ancora una volta il Parlamento con il ricorso alla fiducia, continua nell'indebolimento dell'attività giudiziaria che segna tutta la storia politica di Forza Italia prima e del PdL oggi: complicazione delle procedure per le rogatorie, accorciamento della decadenza di termini, depenalizzazione di reati, impunibilità di alcune cariche dello Stato, ecc.
Quanto è emerso in questi ultimi mesi dalle notizie di stampa sulle intercettazioni rappresenta l'unico bagliore di verità in un panorama informativo che segue acriticamente una politica italiana che mistifica i problemi e le soluzioni.

L'agire per il bene comune imporrebbe di investire di più sulle intercettazioni per arginare criminalità organizzata e corruzione, ma il governo italiano colpisce con questo nuovo Ddl due pilastri fondamentali della democrazia: l'opinione pubblica e la giustizia.

Il decreto prevede, infatti, anche pene severissime, fino a 450.000 euro, per gli editori che violano il divieto di pubblicare notizie su intercettazioni o atti coperti da segreto prima della conclusione delle indagini. In questo caso gli stessi giornalisti rischiano fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10.000 euro.

Considerando i lunghissimi tempi della giustizia, questo decreto equivale a sostenere il totale silenzio stampa su inchieste che sarebbero di primario interesse per la formazione di una libera opinione pubblica.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FSNI) ha annunciato per il 9 luglio il “giorno di silenzio” della stampa.
I cittadini che vivono nella piena legalità e non avrebbero alcun problema ad essere intercettati si ritrovano ancora una volta con le armi spuntate, senza il diritto ad una magistratura inquirente forte e ad un'informazione libera.
La domanda da porsi è:  a chi conviene veramente questo ddl?

Fonti:
Intercettazioni, la maggioranza mette la fiducia. Berlusconi: "Contro ddl solo toghe e giornali", La Repubblica
Acli. Duro giudizio sul ddl intercettazioni, Vita
Intercettazioni, le ultime modifiche al dd,l Il Giornale
Intercettazioni, sì del Senato Verdi